I killer della creatività
Teresa Amabile é una ricercatrice dell’Harvard business school, una delle prime e più riconosciute studiose della creatività nelle organizzazioni.
A fine anni ‘90, Teresa Amabile ha pubblicato un articolo sull’Harvard Business Review intitolato “How to kill creativity”, nel quale ha spiegato quali sono i principali fattori che finiscono con l’uccidere la creatività.
Nelle organizzazioni, ma anche a scuola, o in famiglia, ovvero in tutti i luoghi dediti all’educazione e alla formazione.
Un passaggio chiave della sua teoria è questo: “Non perché i manager abbiano qualcosa contro la creatività – ha scritto – ma perché, nonostante la maggior parte di loro creda nel valore delle idee innovative, la creatività viene minata involontariamente ogni giorno da ambienti di lavoro che sono stati creati per massimizzare gli imperativi aziendali come il coordinamento, la produttività e il controllo”.
Il processo è dunque involontario, quindi una maggiore consapevolezza può invertire la rotta di educazione, formazione e leadership.
Teresa Amabile ha individuato come killer della creatività i seguenti fattori:
l’eccessivo utilizzo di premi e ricompense – Quando si punta eccessivamente su premi “esterni”, le persone fanno quello che devono fare in funzione di ciò che otterranno. E questa è una motivazione che “dura poco”, sia nei contesti lavorativi, sia con i bambini.
infondere preoccupazione del giudizio altrui – la creatività viene inibita quando c’è paura nell’esprimere liberamente le proprie idee. Le soluzioni innovative hanno bisogno di “spazio” per potersi formare, in un ambiente in cui i bambini o i dipendenti si sentono liberi di poter esprimere le proprie opinioni, senza il timore di essere giudicati.
l’eccessivo controllo – Dare indicazioni esecutive non è utile quando si vuole sviluppare la creatività. Ciascuno deve essere libero di aggiungere del suo ai propri compiti. Questo non significa che non debbano esserci regole, ma che sia chiaro a tutti che si possono raggiungere i risultati anche percorrendo strade diverse.
la deprivazione di tempo e risorse – Quando si vuole far lavorare un gruppo in modo creativo, è fondamentale assicurarsi di concedere ciò di cui il gruppo ha bisogno in termini di tempo e di risorse. Nei bambini, ad esempio, sollecitare un compito o un’azione non sortisce quasi mai l’effetto desiderato. Non interrompere e concedere il tempo necessario o le risorse appropriate è fondamentale.
competizione/sfida – dare alle persone gli incarichi “giusti” stimola la loro creatività. Ma anche proporre nuove sfide innesca meccanismi di innovazione. Le sfide, però, devono essere soppesate con precisione. Gli incarichi devono essere abbastanza sfidanti per stimolare la motivazione: non troppo poco da annoiare le persone e nemmeno così tanto da farle sentire sopraffatte.